Per acquistare il romanzo De Villeroi Templare clicca qui

Support independent publishing: Buy this book on Lulu.

domenica 20 novembre 2016

Spam poetico: Maccaia

Appunto, oggi mi par proprio tempo maccaioso.
Buona domenica.

Maccaia

Greve e lento con sapore di sale
Monta il calore portato dal mare
Ed invade le strade, le piazze, i palazzi
Ed i vicoli oscuri dove freme la vita.

La pelle più non respira davvero
E gocce di sudore t’imperlano la fronte
In un desiderio pur inutile e vano
Di ritrovare un po’ di frescura.

Quel vento che viene da un deserto lontano
Infine ti schianta e di te ha ragione
Risvegliando in tal modo antichi dolori
Che pensavi sopiti e lontani da te.

Fantasma di dolore è questa maccaia
Che inonda e fa sua di Genova la vita
Ed illude il turista ignaro e foresto
Di viver primavera apparente e ben strana.

No, questo tempo feroce ed ostile
È fatto soltanto per il genovese verace
Che bene riconosce nell’umido afrore
Un che di prezioso della sua amata città.

domenica 13 novembre 2016

Spam poetico: Occhi

Questa poesia non ricordavo neppure di averla scritta.
Buona domenica.

Occhi

Magia fantastica si cela nei tuoi occhi
Profondi e lucenti come stelle nel cielo.
Un che d’infinito in essi è ficcato
Che fa capolino nel mondo finito.

Ben io lo so che son fortunato
Ad averti vicino e perdere il senno
Quando sbatti le ciglia in dolce lusinga
Che sommuove tutto il mio povero cuore.

E di certo mi perdo e sogno inquieto
Distese infinite dietro a quelle pupille
Donanti al mio animo una pace pur vera
Ed un vero amore che trascende il mortale.

Ma una sola parola io vorrei da te
Oltre al tuo sguardo delicato e fatale.
Una parola ed una carezza
Che mi diano sollievo e dolce ristoro

Invece tu taci, enigmatica sfinge,
E soltanto mi restano impressi,
Miraggi lontani in deserti infuocati,
Misteriosi e distanti i tuoi occhi stregati.

domenica 6 novembre 2016

Spam poetico: Non monti nè valli

Ed ecco la usuale poesia domenicale.
Buona vita a tutti voi.

Non monti né valli

Non monti né valli che orride s’aprono
Ed il cuor fan tremare di fredda paura,
Non fiumi impetuosi che precipitano in mare
Trovando così lor morte perfetta.

Né aridi deserti infuocati e dolenti
Oppure ghiacciai silenziosi e selvaggi
Che rammentano all’uomo disperato dolore
Per  ciò che vuol dire finire la vita.

Non tutto questo e neppure ancora
Ciò che mente umana dai suoi mostri crea
In terribili incubi ove la ragione vacilla
Allontanarmi potranno dal mio amore per te.

Ascolta ciò che il tuo amante ha in cuore,
Non deriderlo infine né lascialo solo
Affranto e sconfitto in preda all’angoscia
Che stringe l’animo in tenaglia ben fiera.

Sorridigli un poco, vezzeggialo ancora,
Lenisci il dolore che la tua assenza gli dà;
Fa che il cuor suo alfin senta ancora
Una dolce carezza donata da te.