Oggi ce ne andiamo un po' in campagna. Più precisamente dalle parti di Savignone dove ho passato le estati della mia gioventù. Una campagna molto sonnacchiosa.
Passatevi ore liete e serene,
Cereta
Piccolo gruppo di case in collina
Dove il tempo si è quasi fermato.
Il sole ogni giorno si alza e si china
Su un panorama sempre immutato.
Forse è pur vero quel che si dice
Che la noia afferra i campi e i muri
E quasi per certo si maledice
Le umane frette e i voleri più duri.
Qui si riposa, ben tenendo a mente
Che la natura ha il suo tempo lento.
Agitarsi e correre non servono a niente
Ma guarda la vita che scorre a rilento.
Forse ti insegna, la mia amata Cereta,
Qual è il senso della nostra esistenza:
Lasciarsi andare in una pace quieta
Avendo dei ricordi una reale presenza.
lunedì 20 giugno 2016
giovedì 16 giugno 2016
Spam poetico: Oscuro è il cielo (un inizio di apocalisse)
La poesia di oggi noin è certo allegra. Ricordo che per scriverla trassi spunto dall'Apocalisse.
Comunque buon giovedì.
Oscuro è il cielo (un inizio di apocalisse)
Oscuro è il cielo, striato di guerra
Con cupi bagliori di sangue innocente.
Speranza non v’è e ognun ormai si pente
D’esser pur vivo su questa brutta terra.
I fiori son malati di morte e tristezza,
In fiamme scarlatte pietà arde e muore
E paiono giunte infine quell’ore
Che annuncian la fine con greve certezza.
E chissà se il dio che tutto prevede
Ancora governa su questa tempesta
Oppur se n’è andato cattivo di testa
E su un altro universo crucciato ora siede.
O notte ti prego, discendi pietosa
E tutto confondi nel tuo nero gran manto,
Così per malvagio e ben grande incanto
Scompaia la vita nell’aria fangosa.
Infine regni la morte su tutto
Cattiva sovrana che non lascia speranza
E porti nell’ora che triste s’avanza
Sciagura, sconfitta e ben grave lutto.
Comunque buon giovedì.
Oscuro è il cielo (un inizio di apocalisse)
Oscuro è il cielo, striato di guerra
Con cupi bagliori di sangue innocente.
Speranza non v’è e ognun ormai si pente
D’esser pur vivo su questa brutta terra.
I fiori son malati di morte e tristezza,
In fiamme scarlatte pietà arde e muore
E paiono giunte infine quell’ore
Che annuncian la fine con greve certezza.
E chissà se il dio che tutto prevede
Ancora governa su questa tempesta
Oppur se n’è andato cattivo di testa
E su un altro universo crucciato ora siede.
O notte ti prego, discendi pietosa
E tutto confondi nel tuo nero gran manto,
Così per malvagio e ben grande incanto
Scompaia la vita nell’aria fangosa.
Infine regni la morte su tutto
Cattiva sovrana che non lascia speranza
E porti nell’ora che triste s’avanza
Sciagura, sconfitta e ben grave lutto.
lunedì 13 giugno 2016
Chiccata n. 104 - Tre monaci buddisti
Questa la racconto spesso, e ogni volta mi fa ridere.
Buona settimana.
Tre monaci buddisti decidono di andare a meditare nel deserto.
Dopo tre anni di meditazione svolta nel silenzio più assoluto, all’orizzonte passa un cavaliere al galoppo. Dopo altri quattro anni un monaco dice:
-E’ passato un cavaliere. –
Passano altri cinque anni e un altro monaco dice:
-Sì, e andava al galoppo. –
Dopo altri sei anni il terzo monaco sbotta:
-Ma scusate, siam qui per meditare o per far casino? –
domenica 12 giugno 2016
Spam poetico: Timida
Un po'di timidezza non fa mai male.
Buona domenica.
Timida
Invero è ben sexi la tua timidezza
Di giovane donna che al mondo si apre,
Mi induce a donarti una lieve carezza
In modo da offrirti un poco di pace.
Ma pure non voglio imbarazzarti davvero
E farti arrossire in modo violento
Così il mio affetto sì dolce e sincero
Nel pensiero rimarrà per un solo momento.
E tu alfin sarai un ben lieve fantasma
Entrato a far parte della mia storia,
Un dolce ricordo in quel gran marasma
Che si muove ed è vivo nella mia memoria.
sabato 11 giugno 2016
domenica 5 giugno 2016
Spam poetico: Sognatore
Puntuale ecco arrivare la poesia della domenica
Ore serene auguro a tutti voi.
Sognatore
Ho sognato l’amore che tu non mi dai,
Che mi centellini col contagocce
Come se fosse fatal mistura
Che non fa male ma neanche poi cura.
Come assetato lo aspetto ogni sera
Che quasi muoio in un lontano delirio
E quel tuo amore cosi freddo e distratto
Mi torce il cuore come a diventar matto.
Ma pur nella notte invento il reale
E come vin bianco assaggio il tuo bene:
Mi scivola in gola assai fresco e buono
Che più io non sento dolore né suono.
Quel sogno fatato è dolce e pietoso
E placa per poco l’ardente mia sete
Che tutto il mio corpo ben si rilassa
Come fosse avvolto da calda melassa.
Invece al mattino con rito crudele
Torna pur sempre l’odiata realtà
Ma io so bene che nel mio sogno incantato
Per sempre sarò il tuo dolce amato.
venerdì 3 giugno 2016
Chiccata n. 103 - Balbuzie
Non ricordo se questa ve l'ho già raccontata.
n ogni caso buon venerdì.
-Lei come si chiama? –
Dododomenico –
-Ha problemi di balbuzie? –
-Io no, ce li aveva mio padre e l’ufficiale dell’anagrafe era un gran bastardo … -
n ogni caso buon venerdì.
-Lei come si chiama? –
Dododomenico –
-Ha problemi di balbuzie? –
-Io no, ce li aveva mio padre e l’ufficiale dell’anagrafe era un gran bastardo … -
giovedì 2 giugno 2016
Spam poetico: Frammenti di vita
Anche questi post sono frammenti di vita.
Buon 2 giugno e viva la Repubblica.
Frammenti di vita
Chissà che cosa è restato di me
In tutti coloro coi quali ho percorso
Un poco di strada, un pezzo di vita
E son poi scomparsi in un altro universo.
Frammenti di vita ci siamo scambiati,
Frammenti di gioia od intenso dolore
Che oggi ripenso e che infine sono
Il cuore e l’essenza dell’animo mio.
Alfine la vita che fugge e che va
Reclama il suo tempo e mai requie dà.
Rimane soltanto nell’anima inquieta
Una pur lieve traccia di questi frammenti.
E solo il ricordo li estrae morenti;
Con nuovo splendore più giovani li fa
Per un nuovo amore o per viver di nuovo
Una qualche emozione della tua gioventù.
Buon 2 giugno e viva la Repubblica.
Frammenti di vita
Chissà che cosa è restato di me
In tutti coloro coi quali ho percorso
Un poco di strada, un pezzo di vita
E son poi scomparsi in un altro universo.
Frammenti di vita ci siamo scambiati,
Frammenti di gioia od intenso dolore
Che oggi ripenso e che infine sono
Il cuore e l’essenza dell’animo mio.
Alfine la vita che fugge e che va
Reclama il suo tempo e mai requie dà.
Rimane soltanto nell’anima inquieta
Una pur lieve traccia di questi frammenti.
E solo il ricordo li estrae morenti;
Con nuovo splendore più giovani li fa
Per un nuovo amore o per viver di nuovo
Una qualche emozione della tua gioventù.
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