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domenica 16 ottobre 2011

Spam poetico: Non ho più gli occhi ormai, né le parole - Luca Valerio



Luca Valerio è già stato ospite di questo blog lo scorso 25 settembre con una bellissima poesia dal titolo Non fingo d'esser matto. 
Oggi ci regala un'altra sua lirica che al vostro gufo è piaciuta assai. Spero che anche voi, miei ventiquattro lettori e mezzo che seguite il blog, condividerete il giudizio del vostro gufo.


Non ho più gli occhi ormai, né le parole

Non ho più gli occhi ormai, né le parole,
perché ti sento prossima e latente:
son qui. Ti sto aspettando. E non c'è rotta:
ti porto dove curvano le stelle,
disperse in un tramonto di frontiera.
La luce che m'illumina è la luna,
che è magica e, se mente, non ha strade,
ma dedali e il tuo volto in dissolvenza,
parabola d'un sogno.
Ti sovrapponi a sguardi sincopati
e sembro il tuo passato e il tuo futuro
ch'arriva. E siamo ignari della meta
perché, sul filo, è un brivido e s'accende
la voglia dei ricordi che verranno.
Non ho più forze ormai, ma le ferite
che tu mi lasci in pegno. O mi regali.
Le curi, quando vuoi. Ti contraddici
e fabbrichi illusioni. È una poesia,
congiunta a una carezza incerta ed aspra,
a labbra avvicinate d'innocenza,
a sillabe, per fretta, mal disposte,
a lingue senza troppo compromesso,
che fa fuggire in sogno
se il limite che c'è, si fa sottile
e poi scompare. È un unico pensiero:
si forma, si confonde. E non è Storia.
O Carne. O Mani. O Pioggia che dilava.
Ma arcobaleni estremi in equilibrio.
Non ho più dubbi ormai, né più ti temo,
libellula distratta e incantatrice,
che giochi fra pulsioni irrazionali.
Lo so: ti fa paura un'emozione
che sosta sul confine d'un'idea,
ma resta un solco che potrai riempire
negli attimi sottili. E sono vecchio:
con gli occhi stanchi e ho voglia d'abbracciarti,
per respirarti in sogno.

3 commenti:

  1. A tratti si direbbero quasi dei versi sincopati, oltre agli sguardi descritti, come quando ad es., irrompe nel binomio –o carne o mani- e in altre parole che risaltano per essere state poste in grassetto, comunque il tono della lirica pare appassionato, raziocinante quel tanto che basta da non far apparire un totale sovvertimento dell’intelletto operato da un legame sentimentale la cui complessità non sfugge affatto, anzi ne è la nota dominante.
    Il mancato riscontro di liriche intense come questa da parte dell’entourage –accademico- dei gufi lascia supporre una scarsa popolarità dell’autore in questo ambito e lo si è visto anche dalla sua precedente poesia, ma ciò, anziché deporre a suo sfavore, come apparentemente verrebbe da dire, depone a sfavore dei suoi lettori, forse incapaci di apprezzare composizioni così ricche di trasporto emotivo e di comunicazione affettiva. complimenti da angelo, tuo unico sostenitore oltre a enrico.

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  2. complimente x il tuo blog caro gufo, saggio e piacevole da leggere......
    se ti fa piacere passa dal mio......parole e pensieri di una marchesa...

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  3. lo farò, cara marchesa... stanne pur certa. a presto

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