Il tempo, si dice, è galantuomo. Ma il tempo porta con sé anche l’oblio e certe persone che pure ci hanno accompagnato durante la nostra vita e poi se ne sono andate, inesorabilmente perdono consistenza nei nostri ricordi, pian piano svaniscono e di essi resta assai poca traccia. Resta a volte solo un vago sentore della loro esistenza.
Ma per Edoardo Guglielmino, di cui il 25 ricorre il primo anniversario della sua dipartita, l’oblio è ancora molto lontano. Edoardo lo sento sempre presente vicino a me.
Lo sento presente in particolare quando scrivo una poesia. Perché c’eravamo conosciuti tramite le poesie. Più volte, senza risparmiarsi, ha presentato e letto mie poesie, e le leggeva bene, con voce fonda e ben impostata.
Lo sento vicino anche quando si presenta un libro. Lui le presentazioni le faceva proprio bene, con quel tocco di sana ironia e giusta bonomia non disgiunte però da una vastissima cultura mai in ogni caso ostentata.
Non vorrei però aggiungere altro. Sono certo che tutti coloro che l’hanno conosciuto hanno un diverso e personale ricordo di lui.
In tal modo la figura di Edoardo si scompone nelle mille tessere del mosaico della nostra memoria, e, oltre al fine letterato che ho conosciuto in prima persona, ce lo ritroviamo davanti come partigiano, su per i monti, durante la guerra ai Nazifascisti a curare compagni feriti e a meritarsi il nome di battaglia di Benda. O come medico di una mala un po’ demodé, fatta di prostitute dal cuore d’oro e da mezze calzette di contrabbandieri di sigarette: persone che ricordano molto il tipo strano che, nella Città vecchia di De Andrè, vende per tremila lire la madre al nano.
O anche come politico, socialista vecchio stampo, di quelli che una volta anteponevano il bene comune ai propri interessi personali, e guai ad accennare o solo pensare a mazzette o tangenti di ogni genere. Al giorno d’oggi se si è onesti, quasi ci si vergogna a fare politica, ma lasciatemi dire che, se fossi un politico, sarei molto fiero di essere accomunato a lui.
O ancora, infine, come gran tifoso della Samp, vera sua passione sportiva ed amore calcistico.
Caro Edoardo, tu ci hai dato molto di te ed hai lasciato molte cose qui, in questo nostro mondo, che continuano a vivere in tutti noi che abbiamo avuto il privilegio di conoscerti.
Con te l’oblio avrà dura fatica e son certo che si arrenderà concedendoti una lieve eternità fatta di frammenti di ricordi e di sogni.