E' stato piacevolissimo scoprire Antonio Machado, poeta spagnolo nato a Siviglia nel 1875 e morto esule in Francia nel 1939.
Scoperta che devo all'infaticabile Tina Cosmai, vera animatrice di Genovainedita Cultura che venerdì 26 febbraio ha portato a Genova il critico letterario e scrittore Filippo La Porta per parlarci di questo poeta iberico ancora poco conosciuto in Italia.
In modo del tutto informale, La Porta ha detto molte cose stimolanti su Machado, ponendo l'accento soprattutto sulla semplicità della sua poesia, Semplicità che ci permette di comprenderlo meglio e che rifugge dagli artifici della retorica e dall'uso eccessivo della metafora che spesso appesantisce il verso poetico.
Si potrebbe dire, forse banalizzando un poco, che Machado scriveva come mangiava, ed è proprio questo suo stile dimesso ma profondo che lo rende moderno ed attuale come se non fossero passati settant'anni dalla sue morte e come d'altronde succede per la vera poesia.
Di Machado il vostro gufo vi propone Viandante, breve ma intenso componimento che voglio dedicare a tutti i migranti che hanno lasciato la loro terra per cercare lavoro in un altro paese: ieri italiani in tutto il mondo, oggi popoli diversi in Italia.
Viandante
Viandante, sono le tue orme
la strada, nient'altro;
Viandante, non sei su una strada,
la strada la fai tu andando.
Mentre vai, si fa la strada
e girandoti indietro
vedrai il sentiero che mai
più calpesterai.
Viandante, non hai una strada,
ma solo scie nel mare.