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sabato 11 luglio 2009

Spam poetico: Amore che fuggi

Gioiscano i miei ventiquattro lettori e mezzo. Ecco un bello spam poetico come da tempo non si vedeva.
Leggete dunque 'Amore che fuggi', ed il gufo saggio vi augura che dopo essere fuggito, il vostro amore ritorni sempre da voi.


Amore che fuggi

Amore che fuggi
Lontano da me
E che m’abbandoni
Qui solo e sconfitto
Ti prego infine
Di lasciarmi almeno
Sbiadito ricordo
Di quand’eri con me.

Di quando il cielo
E le stelle argentate
Parlavano a me
In un sogno da re
Ed erano amiche
E compagne fedeli
Di vita assai bella
Che il cuore rimpiange.

Di te mi rimane,
Amore che fuggi,
Un miele assai dolce
agognato dal cuore
Ed è aspro e dolce
Il ricordo di te
Che mai m’abbandona
Nel divenir della vita.

sabato 4 luglio 2009

Don Cola - una delusione

Piccola disavventura eno-gastronomica per il vostro gufo saggio. Leggete cosa gli è successo.

Sul mio gufo-scooter mi sono trovato l'altra sera in via Cesarea, a Genova. Erano le 20.30 circa e, dopo una riunione stavo tornando verso De Ferrari onsieme alla mia amica Giulia.
Abbiamo deciso di prendere qualcosa da Don Cola, nuovo locale da poco aperto.
Ahimè, mai decisione fu tanto sbagliata,
Giulia ha ordinato un Pigato, io un Prosecco che sono arrivati a tempo ampiamente scaduto tanto che ci chiedevamo se dovevano ancora vendemmiare, far fermentare il mosto, ecc. ecc.
Quando i vini sono finalmente stati serviti, il mio Prosecco era totalmente sgasato essendo la fine di una bottiglia.
Altra attesa penosamente lunga per gli stuzzichini tanto che Giulia aveva quasi finito il suo Pigato, poi arriva il cameriere coppolato con un micro piattino di robe da mangiare e, alle mie rimostranze circa la sgasatura, ammette candidamente di essersene accorto mentre lo versava e, bontà sua, me lo cambia con uno decisamente più 'nuovo'.
Stiamo ancora lì a chiaccherare del più e del meno quando Giulia fa cenno al coppolato e bretelluto cameriere di volere il bis. A dir la verità un bis lo farei anch'io, ma, ahimè, il cameriere non si fa più vedere e noi rimaniamo a becco asciutto salvo poi Giulia, che gentilmente mi offre il Prosecco, sentirsi dire al momento di pagare se vuole il famoso Pigato ordinato circa venti minuti prima.
In conclusione, ben 12 euro per due bicchieri di vino, servizio lento, sciatto, trascurato.
No, il gufo saggio, da Don Cola non lo rivedrete tanto facimente. Neppure se gli offrite un bicchiere.

venerdì 3 luglio 2009

L'Italia è più cattiva

Riporto qui una riflessione di Adriano Sofri sul ddl sulla sicurezza perchè mi pare che colga tristemente il punto di tutta la questione. E' vero, l'Italia è più cattiva.

Variando Pietro Nenni ("Da oggi siamo tutti più liberi") il governo ieri ci ha dichiarati tutti più sicuri. Da ieri, siamo tutti più insicuri, più ipocriti e più cattivi. Più insicuri e ipocriti, perché viviamo di rendita sulla fatica umile e spesso umiliata degli altri.
Infermieri e domestiche e badanti di vecchi e bambini, quello che abbiamo di più prezioso (e di prostitute, addette ad altre cure corporali), e lavoratori primatisti di morti bianche, e li chiamiamo delinquenti e li additiamo alla paura.

Ci sono centinaia di migliaia di persone che aspettano la regolarizzazione secondo il capriccio dei decreti flussi, e intanto sul loro lavoro si regge la nostra vita quotidiana, e basta consultare le loro pratiche di questura per saperne tutto, nome cognome luogo di impiego e residenza, nome e indirizzo di chi li impiega.

La legge, vi obietterà qualcuno, vuole colpire gli ingressi, non chi c'è già: non è vero. La legge vuole e può colpire nel mucchio. È una legge incostituzionale, non solo contro la Costituzione italiana, ma contro ogni concezione dei diritti umani, e punisce una condizione di nascita - l'essere straniero - invece che la commissione di un reato. Dichiara reato quella condizione anagrafica. Ci si può sentire più sicuri quando si condanna a spaventarsi e nascondersi una parte così ingente e innocente di nostri coabitanti? Quando persone di nascita straniera temano a presentarsi a un ospedale, a far registrare una nascita, a frequentare un servizio sociale, o anche a rivolgersi, le vittime della tratta, ad associazioni volontarie e istituzionali (forze di polizia comprese) impegnate a offrir loro un sostegno. Quando gli stranieri temano, come avviene già, mi racconta una benemerita visitatrice di carceri, Rita Bernardini, di andare al colloquio con un famigliare detenuto, per paura di essere denunciato? Lo strappo che gli obblighi della legge e i suoi compiaciuti effetti psicologici e propagandistici provoca nella trama della vita quotidiana non farà che accrescere la clandestinità, questa sì lucrosa e criminale, di tutti i rapporti sociali delle persone straniere. È anche una legge razzista?

Si gioca troppo con le parole, mentre i fatti corrono. Le razze non esistono, i razzisti sì. Questa legge prende a pretesto i matrimoni di convenienza per ostacolare fino alla persecuzione i matrimoni misti, ostacola maniacalmente l'unità delle famiglie, fissa per gli stranieri senza permesso di soggiorno una pena pecuniaria grottesca per la sua irrealtà - da 5 a 10 mila euro, e giù risate - e in capo al paradosso si affaccia, come sempre, il carcere. Carcere fino a tre anni per chi affitti una stanza a un irregolare: be', dovremo vedere grandiose retate. Galera ripristinata - bazzecole, tre anni - a chi oltraggi un pubblico ufficiale: la più tipicamente fascista e arbitraria delle imputazioni. Quanto alle galere per chi non abbia commesso alcun reato, salvo metter piede sul suolo italiano, ora che si chiamano deliziosamente Centri di identificazione e di espulsione, ci si può restare sei mesi! Sei mesi, per aver messo piede.

Delle ronde, si è detto fin troppo: e dopo aver detto tanto, sono tornate tali e quali come nella primitiva ambizione, squadre aperte a ogni futuro, salvo il provvisorio pudore di negar loro non la gagliarda partecipazione di ammiratori del nazismo, ma la divisa e i distintivi.

Tutto questo è successo. Ogni dettaglio di questo furore repressivo è stato sconfessato e accantonato nei mesi scorsi, spesso per impulso di gruppi e personalità della stessa maggioranza, e gli articoli di legge sono stati ripetutamente battuti nello stesso attuale Parlamento introvabile. È bastato aspettare, rimettere insieme tutto, e nelle versioni più oltranziste, imporre il voto di fiducia - una sequela frenetica di voti di fiducia - e trionfare. Un tripudio di cravatte verdi, ministeriali e no, con l'aggiunta di qualche ex fascista berlusconizzato. (Perché non è vero che il berlusconismo si sia andato fascistizzando: è vero che il fascismo si è andato berlusconizzando). La morale politica è chiara. Il governo Berlusconi era già messo sotto dalla Lega ("doganato": si può dire così? Doganato dalla Lega). Ora un presidente del Consiglio provato da notti bianche e cene domestiche è un mero ratificatore del programma leghista. Ma la Chiesa cattolica, si obietterà, ha ripetuto ancora ieri il suo ripudio scandalizzato del reato di clandestinità e la sua diffidenza per le ronde e in genere lo spirito brutale che anima una tal idea della sicurezza. Appunto. Berlusconi è politicamente ricattabile, ma non da tutti allo stesso modo. Dalla Lega sì, dalle commissioni pontificie no, perlomeno non da quelle che si ricordano che il cristiano è uno straniero.

Un ultimo dettaglio: le carceri. Mai nella storia del nostro Stato si era sfiorato il numero attuale di detenuti: 64 mila. Dormono per terra, da svegli stanno ammucchiati. La legge riempirà a dismisura i loro cubicoli. Gli esperti hanno levato invano la loro voce: "Le carceri scoppiano, c'è da temere il ritorno della violenza, un'estate di rivolte". Può darsi. Ma non dovrebbe essere lo spauracchio delle rivolte, che non vengono, perché nemmeno di rivolte l'umanità schiacciata delle galere è oggi capace, a far allarmare e vergognare: bensì la domanda su quel loro giacere gli uni sugli altri, stranieri gli uni agli altri. La domanda se questi siano uomini.

Ma se ghe pensu

Una vera rarità. Mina canta in zeneise.
Buon ascolto a tutti i Genovesi ed anche a chi genovese non è.