giovedì 31 dicembre 2009
Buon anno dal gufo saggio
sabato 26 dicembre 2009
Spam poetico: Alla vita. Di Nazim Hikmet
giovedì 24 dicembre 2009
Chiccata n. 40
martedì 22 dicembre 2009
Vincent - Don McLean
domenica 20 dicembre 2009
Il P.D.L. è il partito dell'amore
Spam poetico: Neve
mercoledì 16 dicembre 2009
Chiccata n. 39
martedì 15 dicembre 2009
Quando il jazz incontrò il samba: Corcovado - Stan Getz Joao Gilberto
domenica 13 dicembre 2009
Berlusconi cazzottato: è giusto o no?
Berlusconi il grande
sabato 12 dicembre 2009
Spam poetico: Forse domani
martedì 8 dicembre 2009
Chiccata n. 38
domenica 6 dicembre 2009
Il mafioso e il Cavaliere
sabato 5 dicembre 2009
Quando - Luigi Tenco
lunedì 30 novembre 2009
Every lie - Chiara Ragnini
venerdì 27 novembre 2009
Spam poetico: Mi piacerebbe davvero sapere
Ho imparato a sognare - Fiorella Mannoia
martedì 24 novembre 2009
Il mio mondo - Umberto Bindi
domenica 22 novembre 2009
L'impudenza di Berlusconi
sabato 21 novembre 2009
Spam poetico: Badanti. Di Maria Pia Altamore

lunedì 16 novembre 2009
La felicità - Antoine
domenica 15 novembre 2009
Il veleno Berlusconi
sabato 14 novembre 2009
Spam poetico: La mia Genova. Di Roberto Marzano
lunedì 9 novembre 2009
Giorgia - Dimmi dove sei
domenica 8 novembre 2009
Spam poetico: Perchè non riesco a dimenticarti
giovedì 5 novembre 2009
Filmino erotico del primo '900
domenica 1 novembre 2009
Alda Merini
Spam poetico: Tempo che vai
domenica 25 ottobre 2009
Spam poetico: L'Eden a due passi
sabato 24 ottobre 2009
Attraversami il cuore
giovedì 22 ottobre 2009
Uccidiamo Berlusconi?
venerdì 16 ottobre 2009
999 L'ultimo custode
mercoledì 14 ottobre 2009
Sonny & Cher - I got you babe
lunedì 12 ottobre 2009
Chiccata n. 37
sabato 10 ottobre 2009
Amapola - Salvador Dalì
giovedì 8 ottobre 2009
Balzac e la piccola sarta cinese
sabato 3 ottobre 2009
Spam poetico: Perfetta puttana
venerdì 2 ottobre 2009
martedì 29 settembre 2009
Anacleto ride
lunedì 28 settembre 2009
E' morta Lucy O'Donnell
domenica 27 settembre 2009
Bolero - Ravel
sabato 26 settembre 2009
Adagio di Albinoni
venerdì 25 settembre 2009
Portofranco Caffè
domenica 20 settembre 2009
Chi è Brunetta
Chiccata n. 36
venerdì 18 settembre 2009
La guerra di Piero
giovedì 17 settembre 2009
mercoledì 16 settembre 2009
Il grande spot di Berlusconi
lunedì 14 settembre 2009
Spam poetico: Bella maiala
domenica 13 settembre 2009
Ovvietà su Chiesa e sesso
venerdì 11 settembre 2009
La prima birra fu inventata dai Liguri
Chissà se fra i miei ventiquattro lettori e mezzo c’è qualcuno che conosce il significato della parola “bryton” e di che lingua si tratti...
Allora, spieghiamo che “bryton” in antico ligure significa “birra”, ovvero una bevanda fatta di acqua, orzo e, attenzione attenzione, luppolo. Già, perché noi diamo per scontato che la birra sia fatta anche con il luppolo, come diamo per scontato che i primi a fare della birra luppolata, perfezionando una bevanda conosciuta già dagli Assiri e Babilonesi, siano stati i monaci della Boemia nel XIII secolo d. C.
E invece no. Recenti scavi archeologici effettuati nella zona di Pombia, in provincia di Novara, anticamente abitata da genti liguri, hanno portato alla luce un bicchiere del VII secolo a. C. contenente residui rossastri di una bevanda fatta appunto con orzo e luppolo. Con ciò, il primato della birra con luppolo passerebbe decisamente nelle mani dei Liguri che fabbricavano questa bevanda per l’appunto già nel VII secolo a.C.
Ma voi che mi leggete vi chiederete com’è che il gufo saggio, invece di parlarci di localetti carini o di prodotti originali, ci tedia con improbabili lezioni di storia?
Il fatto è, cari lettori, che questa birra esiste e tutti noi la possiamo gustare tranquillamente ed in santa pace.
Prendendo spunto da quella scoperta archeologica il birrificio artigianale Bryton, che ha sede a Genova in vico Bottai 6r, ha ricostruito quel tipo di bevanda. Ne è venuto fuori una birra rosso-ambrata, dal sapore persistente, che fa 5,8 gradi alcolemici.
Il vostro gufo l’ha scoperta gironzolando sul suo gufo scooter alla Festa Democratica Nazionale appena conclusa al Porto Antico ed è stato un incontro sorprendentemente piacevole. Credetemi se vi dico che la Bryton è buona, soddisfa il palato e la gradazione non particolarmente alta fa sì che la puoi bere senza eccessive preoccupazioni per quel che riguarda la guida.
Ve la consiglio sinceramente, ben fredda, in queste sere settembrine ancora tiepide del sole estivo.
La birra Bryton è ancora poco commercializzata e, per saperne di più o per ordinarla direttamente al birrificio, potete andare su www.birrabryton.it o scrivere a info@birrabryton.it oppure telefonare al 347 2522934
A questo punto, mi pare di avervi detto tutto e non mi resta che salutarvi ed augurarvi una buona bevuta
mercoledì 9 settembre 2009
Basta, Berlusconi si dimetta
lunedì 7 settembre 2009
Una risposta a Berlusconi
sabato 5 settembre 2009
Berlusconi e la Chiesa
martedì 1 settembre 2009
Maschietti e femminucce
Chiccata n. 35
martedì 25 agosto 2009
Edoardo Guglielmino
lunedì 24 agosto 2009
Chiccata n. 34
sabato 22 agosto 2009
Richiesta d'aiuto
martedì 18 agosto 2009
Spam poetico: Stella di maggio - SMS per J.
lunedì 17 agosto 2009
domenica 16 agosto 2009
S'ì fosse foco
venerdì 14 agosto 2009
Foto erotiche d'epoca
Oggi il vostro gufo è in vena erotica. Ma non l'erotismo volgare di oggi che volge al porno più spinto. Invece, il gufo saggio vi propone queste foto trovate sul sito www.haisentito.it
giovedì 13 agosto 2009
Il bieco illuminismo del TAR del Lazio
mercoledì 12 agosto 2009
Spam poetico: Soltanto il sole
Soltanto il sole
Soltanto il sole o una stella fatata
Sa quanto io ti abbia amata,
Quanto il mio cuore sia stato davvero
Tuo caldo amante leale e sincero.
Perciò ti prego o mia bella amata
Torna da me in una nube argentata,
Fa che di nuovo sentire io possa
Del tuo dolce affetto lieve una scossa.
Scossa che vuol dire vita divina
All'infinito alquanto vicina,
Che mi partecipa del tuo amore
E che fa cantare il mio povero cuore.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
mercoledì 5 agosto 2009
Spam poetico: Neppure un bacio
Eccovi "Neppure un bacio", ultima creazione letteraria del vostro gufo saggio.
Neppure un bacio
Neppure un bacio tu vuoi da me
Sia pure assai lieve e casto e puro
Come goccia di rugiada che timida copre
Un filo d’erba sul far del mattino.
Davvero non pretendo amplessi smodati
Oppure carezze indiscrete o salaci
Che portino il corpo ed anche la mente
Ad eccitazioni per certo supreme.
Ma un timido bacio che vuol dir amicizia
Perché tu lo neghi a chi ti vuol bene?
Per qual motivo segreto e nascosto
Mi arrechi anche questa piccola pena?
Perciò ti prego, per quello che è stato,
Fammi felice anche con poco,
Donami un bacio che sconfigga l’oblio
E che porti al mio cuore umana bontà.
lunedì 3 agosto 2009
Se il destino è contro di me peggio per il destino
Ed eccovi la recensione.
Merita rispetto Vincenzo Russo. Lo merita perché, come ci racconta in questa autobiografia dal titolo testardo, Se il destino è contro di me peggio per il destino (Mursia, 174 pagg., 12 Eu), pur avendo un handicap fisico dall'età di tre anni e provenendo da famiglia disagiata, riesce pian piano ad inserirsi nella società, a trovare un lavoro, a laurearsi ed insegnare all'interno dell'Opera Don Gnocchi.
Lo seguiamo appunto in una fugace visita al Gaslini nel '54, all'età di quattro anni, e poi quando viene inserito all'interno degli istituti creati da Don Gnocchi e ivi forzatamente quasi abbandonato dalla famiglia, costretta ad emigrare in Svizzera e a badare agli altri figli.
In questi istituti, dapprima chiusi e poi man mano più aperti alla società, Russo ci abiterà fino al '76 e si capisce come lui, che si definisce credente ma con dubbi, li veda di fatto come la sua vera famiglia che lo ha cresciuto e forgiato ed abbia per il fondatore, Don Carlo Gnocchi, una ammirazione quasi sconfinata.
Una vita certamente non facile, quella di Russo, e, per l'appunto, onore e rispetto a lui per quello che è riuscito a diventare partendo da una condizione non facile.
Tuttavia il libro non è esente da alcune pecche. Intano il rivolgersi al fratello morto come se gli stesse scrivendo delle lettere, se da un lato permette un tono confidenziale, dall'altro impedisce un identificarsi del lettore in ciò che scrive Russo.
Secondariamente appare francamente un po' agiografica la figura di Don Gnocchi, che peraltro l'autore non ha conosciuto di persona, e la vita in quegli istituti viene descritta usando spesso il filtro deformante dei ricordi della propria gioventù.
Forse il vero valore del libro risiede nella testimonianza personale di Russo di come fosse difficile, in quegli anni non lontani, vivere con un handicap e di come la società italiana mal - trattasse i disabili.
sabato 11 luglio 2009
Spam poetico: Amore che fuggi
Amore che fuggi
Amore che fuggi
Lontano da me
E che m’abbandoni
Qui solo e sconfitto
Ti prego infine
Di lasciarmi almeno
Sbiadito ricordo
Di quand’eri con me.
Di quando il cielo
E le stelle argentate
Parlavano a me
In un sogno da re
Ed erano amiche
E compagne fedeli
Di vita assai bella
Che il cuore rimpiange.
Di te mi rimane,
Amore che fuggi,
Un miele assai dolce
agognato dal cuore
Ed è aspro e dolce
Il ricordo di te
Che mai m’abbandona
Nel divenir della vita.
sabato 4 luglio 2009
Don Cola - una delusione
venerdì 3 luglio 2009
L'Italia è più cattiva
Variando Pietro Nenni ("Da oggi siamo tutti più liberi") il governo ieri ci ha dichiarati tutti più sicuri. Da ieri, siamo tutti più insicuri, più ipocriti e più cattivi. Più insicuri e ipocriti, perché viviamo di rendita sulla fatica umile e spesso umiliata degli altri.
Infermieri e domestiche e badanti di vecchi e bambini, quello che abbiamo di più prezioso (e di prostitute, addette ad altre cure corporali), e lavoratori primatisti di morti bianche, e li chiamiamo delinquenti e li additiamo alla paura.
Ci sono centinaia di migliaia di persone che aspettano la regolarizzazione secondo il capriccio dei decreti flussi, e intanto sul loro lavoro si regge la nostra vita quotidiana, e basta consultare le loro pratiche di questura per saperne tutto, nome cognome luogo di impiego e residenza, nome e indirizzo di chi li impiega.
La legge, vi obietterà qualcuno, vuole colpire gli ingressi, non chi c'è già: non è vero. La legge vuole e può colpire nel mucchio. È una legge incostituzionale, non solo contro la Costituzione italiana, ma contro ogni concezione dei diritti umani, e punisce una condizione di nascita - l'essere straniero - invece che la commissione di un reato. Dichiara reato quella condizione anagrafica. Ci si può sentire più sicuri quando si condanna a spaventarsi e nascondersi una parte così ingente e innocente di nostri coabitanti? Quando persone di nascita straniera temano a presentarsi a un ospedale, a far registrare una nascita, a frequentare un servizio sociale, o anche a rivolgersi, le vittime della tratta, ad associazioni volontarie e istituzionali (forze di polizia comprese) impegnate a offrir loro un sostegno. Quando gli stranieri temano, come avviene già, mi racconta una benemerita visitatrice di carceri, Rita Bernardini, di andare al colloquio con un famigliare detenuto, per paura di essere denunciato? Lo strappo che gli obblighi della legge e i suoi compiaciuti effetti psicologici e propagandistici provoca nella trama della vita quotidiana non farà che accrescere la clandestinità, questa sì lucrosa e criminale, di tutti i rapporti sociali delle persone straniere. È anche una legge razzista?
Si gioca troppo con le parole, mentre i fatti corrono. Le razze non esistono, i razzisti sì. Questa legge prende a pretesto i matrimoni di convenienza per ostacolare fino alla persecuzione i matrimoni misti, ostacola maniacalmente l'unità delle famiglie, fissa per gli stranieri senza permesso di soggiorno una pena pecuniaria grottesca per la sua irrealtà - da 5 a 10 mila euro, e giù risate - e in capo al paradosso si affaccia, come sempre, il carcere. Carcere fino a tre anni per chi affitti una stanza a un irregolare: be', dovremo vedere grandiose retate. Galera ripristinata - bazzecole, tre anni - a chi oltraggi un pubblico ufficiale: la più tipicamente fascista e arbitraria delle imputazioni. Quanto alle galere per chi non abbia commesso alcun reato, salvo metter piede sul suolo italiano, ora che si chiamano deliziosamente Centri di identificazione e di espulsione, ci si può restare sei mesi! Sei mesi, per aver messo piede.
Delle ronde, si è detto fin troppo: e dopo aver detto tanto, sono tornate tali e quali come nella primitiva ambizione, squadre aperte a ogni futuro, salvo il provvisorio pudore di negar loro non la gagliarda partecipazione di ammiratori del nazismo, ma la divisa e i distintivi.
Tutto questo è successo. Ogni dettaglio di questo furore repressivo è stato sconfessato e accantonato nei mesi scorsi, spesso per impulso di gruppi e personalità della stessa maggioranza, e gli articoli di legge sono stati ripetutamente battuti nello stesso attuale Parlamento introvabile. È bastato aspettare, rimettere insieme tutto, e nelle versioni più oltranziste, imporre il voto di fiducia - una sequela frenetica di voti di fiducia - e trionfare. Un tripudio di cravatte verdi, ministeriali e no, con l'aggiunta di qualche ex fascista berlusconizzato. (Perché non è vero che il berlusconismo si sia andato fascistizzando: è vero che il fascismo si è andato berlusconizzando). La morale politica è chiara. Il governo Berlusconi era già messo sotto dalla Lega ("doganato": si può dire così? Doganato dalla Lega). Ora un presidente del Consiglio provato da notti bianche e cene domestiche è un mero ratificatore del programma leghista. Ma la Chiesa cattolica, si obietterà, ha ripetuto ancora ieri il suo ripudio scandalizzato del reato di clandestinità e la sua diffidenza per le ronde e in genere lo spirito brutale che anima una tal idea della sicurezza. Appunto. Berlusconi è politicamente ricattabile, ma non da tutti allo stesso modo. Dalla Lega sì, dalle commissioni pontificie no, perlomeno non da quelle che si ricordano che il cristiano è uno straniero.
Un ultimo dettaglio: le carceri. Mai nella storia del nostro Stato si era sfiorato il numero attuale di detenuti: 64 mila. Dormono per terra, da svegli stanno ammucchiati. La legge riempirà a dismisura i loro cubicoli. Gli esperti hanno levato invano la loro voce: "Le carceri scoppiano, c'è da temere il ritorno della violenza, un'estate di rivolte". Può darsi. Ma non dovrebbe essere lo spauracchio delle rivolte, che non vengono, perché nemmeno di rivolte l'umanità schiacciata delle galere è oggi capace, a far allarmare e vergognare: bensì la domanda su quel loro giacere gli uni sugli altri, stranieri gli uni agli altri. La domanda se questi siano uomini.