giovedì 11 dicembre 2008
Chiccata n. 24
mercoledì 10 dicembre 2008
La tragica politica ambientale del governo
domenica 30 novembre 2008
Spam poetico: Che cazzo fai
Che cazzo fai io non lo so
Che brighi irrequieta senza mai avere pace
E mi fai dei ritardi agli appuntamenti
Che dire spaziali è un dolce eufemismo.
Che cazzo fai che hai sempre un malanno
Che t'impedisce di far sesso con me
E te ne stai rannicchiata nel letto
Pensando a chi, pensando a cosa.
Io lo vorrei proprio capire
Cosa ti frulla nella tua testa,
Qual sortilegio o cattiva magia
Ti allontana da me e dal mio cuore.
E invece resto come un allocco
Desideroso e spasimante di te
Ed una domanda nel cervello si fissa:
Che cazzo fai di me e del mio amore.
lunedì 24 novembre 2008
Chiccata n. 23
domenica 23 novembre 2008
Sirena - il nuovo romanzo di Giusy Randazzo
giovedì 13 novembre 2008
Marjolaine
martedì 11 novembre 2008
Mama Africa
domenica 9 novembre 2008
E' una colpa non amare più?
mercoledì 5 novembre 2008
E' Obama
martedì 4 novembre 2008
Chiccata n. 22
sabato 1 novembre 2008
Le bugie del regime
mercoledì 29 ottobre 2008
La nuova dittatura del ducetto di Arcore
martedì 28 ottobre 2008
Spam poetico; Come un vestito
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Come un vestito
Come un vestito questa poesia
Ti copra e protegga dal tempo che va,
Ti salvi e ripari dal freddo pungente
Di una notte che cade nell’inverno più fondo.
Siano per te questi miei dolci versi
Riparo assai tenue ma forte e fiero
Che ti doni riposo e gradito ristoro
Come casa che ispira una pace assai grata.
Ed ancora vorrei che queste mie parole
Diventino cibo ed acqua e vino
Per renderti sazia e mai più soffrire
Di ciò che di brutto ti suggerisce la fame.
Stimolo profondo ma per niente malvagio
Affinché il ricordo di me e del mio cuore
Sia sempre presente dentro di te
giovedì 23 ottobre 2008
Chiccata n. 21
martedì 21 ottobre 2008
Veltroni, non ti capisco
lunedì 20 ottobre 2008
Spam poetico: Tante volte
Ed ecco, per la gioia dei miei amatissimi ventiquattro lettori e mezzo,un bello spam poetico. Questa volta è poesia d'amore tanto per dimenticare il clima non bello che stiamo vivendo. Buona lettura, o mio manipolo di lettori e, se volete commentare, siete sempre benvenuti.
Tante volte
Tante volte ho detto che t'amo
Sussurrandolo al vento o a boschi incantati
Oppure al mare che lieto e silente
Pacifico dormiva in una notte d'estate.
Od anche d'inverno a maestose montagne
Ricoperte da neve di un bianco accecante.
Tante volte ho detto che t'amo
Che a contarle non basterebbero
L'infinita serie dei numeri primi
Oppure le stelle del firmamento.
Eppur lo ripeto a te ed al mondo
Come se fosse un magico tantra
Che mi permette senza sforzo alcuno
Di arrivare in un battibaleno
Ad un paradiso in forma terrena
Fatto di pace e serenità.
Ti amo davvero, sol questo conta,
Lo sappia tutta la gente del mondo,
Ne son sicuro in tale misura
Che amando te ed i tuoi dolci occhi
Io mi specchio nell'eterno che vive.
lunedì 13 ottobre 2008
Chiccata n. 20
venerdì 10 ottobre 2008
L'uomo nero - una vignetta sul razzismo

giovedì 9 ottobre 2008
Fermate Veltroni
martedì 7 ottobre 2008
Spam poetico: Lieve scenderai
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Lieve scenderai
Lieve scenderai, o sera fatata,
A ricoprire chi t’ha tanto amata,
A portare il sonno ed anche il sogno
Di cui tutti abbiamo bisogno
E sarà un briciolo dolce d’immenso
A farci capire della vita il senso,
Di questo perenne e tormentato vagare
Che mai si ferma come l’onda del mare.
Aspetterò la tua dolce carezza
Appena cullato da una pur lieve brezza,
Brezza di stelle e luna argentata
Da dolci dei infine portata.
E sarà bello lasciarsi andare
Nelle tue braccia che san tanto amare
Ed in un sogno mansueto davvero
Distinguere il falso da ciò che è più vero.
L'ipocrisia di papa Ratzinger
lunedì 6 ottobre 2008
Le signore della musica - Joni Mitchell
domenica 5 ottobre 2008
Razzismo non più strisciante
venerdì 3 ottobre 2008
L'organetto di Barberia

giovedì 2 ottobre 2008
Messaggio d'amore
martedì 30 settembre 2008
Chiccata n. 19
lunedì 29 settembre 2008
L'incapacità di indignarsi
venerdì 26 settembre 2008
Il ritorno del Cafè Philo a Genova
martedì 23 settembre 2008
Spam poetico: Ne ho piene le palle
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Ne ho piene le palle
Ne ho piene le palle
Di certi poeti
Che mesti proclamano
La loro tristezza
Ed amaramente e con versi oscuri
Disegnano un'immane
E smisurata sciagura.
Ne ho piene le palle
Di coloro i quali
Con voce profonda
Ed enigmi ben scritti
Affermano che il cazzo
E' strumento profondo
Che conosce l'eterno
Mistero dell'uomo.
A tutti costoro,
Io voglio dire:
Insomma parlate
Come si mangia davvero.
La vostra poesia
Mi dà mal di testa
E non provoca in me
Alcuna emozione.
Non è certo per questo
Che passerete alla storia
Ma per la vostra
Boria suprema
Che v'impedisce
Di capire che in fondo
Ogni vero e reale poeta
E' solo un giullare
A volte un po' triste.
lunedì 22 settembre 2008
Spam poetico: Allegra poesia
Godetevi questa 'Allegra Poesia' che, come il vostro gufo saggio riconosce, forse non è al top della sua produzione poetica, ma che comunque è sempre meglio che niente.
Buona lettura, allora, e sappiate che se scrivete qualche commento siete sempre i benvenuti.
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Allegra poesia, tu dammi le ali
Acciò che io scordi tutti i miei mali
Con forza e coraggio prendimi per mano
E fammi viaggiare lontano lontano.
Sia il dolce riso compagno amato
E mai ci abbandoni in tutto il creato.
In un turbinio sereno e mansueto
Scompaian le cure che mi han reso inquieto.
Alfine allegria regni sovrana
Che ogni ferita dolcemente risana.
Il tempo passato e le sue cure moleste
Sian solo un ricordo nel dì delle feste.
martedì 16 settembre 2008
Stefano Rosso - Via della scala
giovedì 11 settembre 2008
Spam poetico: Un raggio di sole
Anche se ora è sera ed il sole è ormai sulla via del tramonto, godetevi questo ragggio di sole e, se volete, fatemi sapere se vi piace.
Un raggio di sole ha preso il mio cuore
Fasciandolo tutto in tepore assai dolce,
Scacciando in tal modo in brevi momenti
La nebbia e il dolore che v'erano in esso.
Quel raggio di sole da lontano arrivato
Portava un amore sovrumano e infinito
Che invero oltrepassa pianeti e galassie
E lucido e dolce ci accora e ci sazia.
Ma ho rifiutato quell’aiuto insperato
Per chiudermi ancora nella mia tristezza,
Per non far vedere a te ed al mondo
L’allegria della vita che passa e che va.
Tristezza infinita sia feroce compagna
Di ciò che è stato e di ciò che sarà
Non mi lasci mai e neppur m’abbandoni
Per tutta la durata di mia vita mortale.
E tu raggio di sole, maledetto e bugiardo,
Allontana da me le tue dolci lusinghe,
Infine trionfi su me e sul mio mondo
Il laido mantello della nera signora.
mercoledì 10 settembre 2008
L'esaltazione della repubblica di Salò
lunedì 8 settembre 2008
Piove, bambina mia...
venerdì 5 settembre 2008
L'ultimo bacio
giovedì 4 settembre 2008
Chiccata n. 18
- Sai in che modo Bossi fa sessso con la moglie? -
- Be', Francamente no! -
- La lega! -
Buone risate... si fa per dire....
venerdì 29 agosto 2008
Prodi intercettato - strana fuga di notizie su Panorama
domenica 24 agosto 2008
Spam poetico: Polvere di ricordi
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Polvere di ricordi
Polvere di ricordi,
Questo sol resterà
Di tutti gli attimi
Della nostra vita.
Polvere di ricordi
Portata dal vento
Che ti graffia la pelle
E ti lascia invero
Sottil inquietudine
Del tempo che è stato
E delle rinunce
Subite o volute.
E come se il tempo
Fosse impazzito
E le lancette dell'orologio
Segnassero una vana
Ed inutile ora,
In un caleidoscopio
Privo di senso
Tu intravedi
Per un breve momento
Attimi di gioia
E pace serena
O disperazione
Funesta e selvaggia.
Ma poi tutto torna
In quel divenire
Che impone la vita
E resta soltanto
In qualche remoto
Antro del cuore
Questa polvere strana
Come scoria sfuocata
Della nostra memoria.
giovedì 21 agosto 2008
I lavoratori italiani come i clandestini cinesi
venerdì 8 agosto 2008
Mi sono innamorato di Iman Sabbah

martedì 5 agosto 2008
I replicanti di Berlusconi
domenica 3 agosto 2008
Spam poetico: A Krug ed Emy
Gioia sia questo giorno d'estate
Gioia sia questo giorno d'estate
Gioia sia questo giorno d'estate
sabato 26 luglio 2008
Spam poetico: A Julia
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A Julia
Tu non lo sai quanto sei bella
Nel primo fiore della tua gioventù,
Quanto mi piaci quando nervosa
Lisci una ciocca dei tuoi lunghi capelli.
Tu non lo sai, ma sei più bella
Di una top model di primo livello,
Di quelle che vedi ogni dì per la strada
Nude mostrare le tette od il culo.
No, tu non sei fatta di carta,
Tu sei concreta e salda davvero
Come reale è la tua dolcezza
Che mi avvolge sempre quando sono con te.
Forse è pur vero, in senso assoluto,
Che tette e culi di quelle fatue modelle
Son più perfetti ed anche ben fatti
Delle tue forme discrete e pudiche.
Ma stai pur certa, non ti cambierei
Neppur per un istante o un veloce momento.
E mentre ti guardo pensosa ed assorta
Rimuginare i tuoi problemi di giovane donna,
Con un sorriso appena accennato
Ricordo i momenti che ho vissuto con te.
Momenti d'amore e d'affetto sincero
Che mi han fatto credere sia pure per poco
D'esser tuo padre e tu magnifica figlia.
venerdì 25 luglio 2008
Julia
mercoledì 23 luglio 2008
La fattoria degli animali
martedì 22 luglio 2008
Il gallo è morto
lunedì 21 luglio 2008
Il gufo presenta I Gufi
giovedì 17 luglio 2008
Non sono un piagnone
mercoledì 16 luglio 2008
Lo confesso: ho paura
L'Italia non mi assomiglia più: non mi ci ritrovo in questo paese poco colto e volgare che straripa da ogni televisione.
martedì 15 luglio 2008
Vergogna, vergogna, tre volte vergogna
venerdì 11 luglio 2008
Spam poetico - Silvio, mi tormenti
Tuttavia il nostro esimio cavaliere è argomento troppo ghiotto e così eccovi la mia prima poesia politica ispirata proprio da lui.
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Silvio, tu mi tormenti
Silvio, tu mi tormenti
Che i miei sonni sono agitati
Al pensier di cosa inventerai
Per salvarti la ghirba
Da un umida galera.
E nei miei sogni che ormai
Incubi sono senz'ombra di dubbio
Intravedo anche la tua testa pelata
Ricoperta di peli improbabili alquanto.
O Silvio, ti prego, ritorna a cantare
Che una nota stonata o un verso sbagliato
Non fan molti danni ed effimeri sono,
Ma quel che in politica per certo sconquassi
Ricade anche sulle mie povere spalle.
E tu, stanca Italia, non meriti proprio
Questo clown scipito e furbastro davvero,
Scuotiti infine, ritorna in te stessa,
Manda affanculo senza ombra di dubbio
Questo spregevole primo ministro
E i suoi cortigiani e leccapiedi veraci.
domenica 6 luglio 2008
Il ritorno del gufo saggio - Chiccata n. 17
sabato 14 giugno 2008
Spam poetico e narrativo
Doloroso è l’addio
Che mi prende il cuore
Stringendolo tutto
In malinconia discreta
Che ti rende triste
In un mondo che è grigio
E senza colori.
Doloroso è lasciarti
Sapendo per certo
Che il ricordo di te
Sbiadirà nella mia memoria
Portato via
Da uno sbuffo indifferente
Di vento distratto.
Doloroso è tagliare di netto
Le proprie radici
E lasciare senza speranza
I luoghi e le case
Che t’han visto bambino.
Ma la vita ed il tempo
Che sopravviene
Altre emozioni ti doneranno
E tu riderai scordando davvero
Tutto il dolore
Che un addio ha in sé.
Le forbici di Elisa
Quella domenica Lorenzo si era svegliato tardi. Era andato a dormire quasi all’alba dopo una notte infuocata passata prima a far bagordi nei locali più in della città e conclusa come d’abitudine nel bollente letto di Paola a far sesso nelle maniere più impensate ed improbabili che essere umano possa immaginare. Solo verso le quattro era rincasato esausto dal troppo alcool ingurgitato e da tutto quel sesso che Paola gli aveva così generosamente elargito.
Già Paola. Sotto la doccia Lorenzo pensava proprio a lei, cioè alla donna che era croce e delizia dell’anima sua. Perché se lei era tanto generosa nel darsi a letto, altrettanto pretendeva da Lorenzo in fatto di bella vita e regali dispendiosi. Se lui raggiungeva l’estasi nelle poche ore passate nel letto di Paola, il resto della giornata era un inferno. A Lorenzo, infatti, i soldi non bastavano mai. Come un drogato ne era sempre alla ricerca perché quelli guadagnati erano sempre irrimediabilmente assorbiti da quel buco nero rappresentato proprio da Paola e dalle di lei necessità – lei, bontà sua, le chiamava proprio così: “necessità” .
Con un sospiro il giovane, perché Lorenzo aveva ventisei anni, dopo essersi vestito e aver bevuto un forte e nero caffè per scacciare i postumi della sbornia della sera precedente, si era messo al volante della sua auto in quel lucente primo pomeriggio di primavera. Quella domenica doveva infatti andare a trovare Elisa, sua amica del cuore e da tempo persa di vista, che abitava in campagna ad una trentina di chilometri dalla città capoluogo dove lui viveva.
Non era sereno il nostro giovane mentre guidava. La sua mente continuava a saltare dal pensiero di Paola a quello del suo conto in banca, perennemente in rosso nonostante il buon stipendio che prendeva dal senatore Prudenzio Mistilla, del quale Lorenzo era il portaborse ed il factotum. Perché il giovane era molto ambizioso e voleva arrivare molto in alto, a gestire tutte quelle clientele che Mistilla coltivava e che gli portavano potere e, soprattutto, soldi, pensiero dominante nella testa di Lorenzo. E dobbiamo dire che il nostro era a buon punto nella realizzazione del suo progetto. Ormai vecchio, Prudenzio Mistilla delegava al suo giovane portaborse molte incombenze del collegio elettorale e Lorenzo incominciava a sentire il profumo inebriante del potere e, se non fosse stato per Paola, sarebbe già stato discretamente ricco, con tutti quegli affari più o meno puliti che richiedevano la sua intermediazione. Ma c’era lei, arpia e sirena in un volto solo, che gli prosciugava portafoglio ed energie mentali. Il giovane non riusciva a staccarsene, ma, come un tossicodipendente, ne era fatalmente attratto e la cercava in ogni momento del suo tempo libero.
Dietro a questi pensieri, Lorenzo si accorse di essere arrivato solo quando vide l’esile e minuta figura di Elisa sull’aia antistante il vecchio casolare abitato da lei e dai suoi genitori.
Inutile descrivere le feste che i due giovani si fecero: ognuno se le può immaginare da sé. Diremo solo che a un certo punto, mentre Lorenzo ed Elisa correvano a perdifiato a piedi nudi per i prati giocando a rincorrersi come due bambini, il giovane si rese conto di non pensare più a Paola e ai problemi finanziari che lo affliggevano e di aver recuperato, sia pure per poco, quella spensieratezza e quella gioia di vivere che da un po’ lo avevano abbandonato.
I pensieri e le preoccupazioni riapparvero quando fu il momento per lui di tornare in città. Un’ombra scura scese sul viso di Lorenzo, ed Elisa se ne accorse.
- Che c’è, Lorenzo? – chiese preoccupata – non sei più il solito, sei incupito… solo per un attimo, quando correvamo per i prati, ti ho riconosciuto come il vecchio compagno di giochi che eri un tempo. Sei cambiato, cosa c’è che ti angustia? –
Lorenzo dapprima non rispose, ma guardò la sua Elisa, non bella come Paola ma fresca e sincera come l’acqua di fonte, incapace di mentire, dolce e riflessiva come una buona madre.
Ed il giovane si sciolse, raccontando tutto ciò che lo tormentava. Disse di Paola, del conto in banca perennemente scoperto e delle porcate che doveva fare per conto di Mistilla per arrivare a quel benedetto potere tanto agognato.
Elisa non disse nulla. Poi andò in camera sua tornandone poco dopo con un assegno ed un pacchetto.
- Ascolta Lorenzo, disse poi, qui c’è un assegno di tremila euro. È poco, lo so, ma è tutto quello che ho. No, non dir niente, aggiunse ancora alle proteste di lui, te li do volentieri, perché gli amici si vedono nel momento del bisogno. Ma stasera, quando arriverai a casa, sfascia questo pacchetto. Solo questo voglio. Ed ora vai, che s’è fatto tardi. –
A capo chino il giovane prese i regali di Elisa senza dire parola, si infilò in auto e prese la strada che conduceva in città.
Arrivato che fu a casa, Lorenzo si sedette sul comodo divano del salotto ed immediatamente sfasciò il pacchetto misterioso che aveva confezionato la sua amica e che lo incuriosiva non poco.
Dentro c’era un oggetto comunissimo: delle normalissime forbici né troppo piccole né troppo grandi. Ma Lorenzo ne era come affascinato e restava a rimirare quell’oggetto intuendo ciò che Elisa gli aveva voluto dire facendogli quel regalo, ma non avendolo ancora ben chiaro in testa.
In quel momento squillò il cellulare. Era il numero di Paola, ma lui non rispose. Quel vano squillo aveva però reso chiaro il senso di quelle forbici. Perché Elisa, con quell’oggetto, lo esortava a dare un taglio a tutta la falsa vita che faceva, a tagliare di netto i marci legami che lo tenevano avvinto a Prudenzio Mistilla e a Paola e che gli stavano avvelenando irrimediabilmente l’animo.
Il cellulare squillò a lungo, ma invano, poi si tacque, ed era forse la prima volta che Lorenzo non rispondeva ad una chiamata di quella donna. Il giovane immaginava la rabbia di lei nel non trovarlo pronto e disponibile come al solito, ma non gliene importava più nulla.
Andò a letto col cuore sollevato e, per la prima volta dopo tanto tempo, dormì sodo, in pace con se stesso.
Il giorno dopo Lorenzo si scoprì a canticchiare sotto la doccia: sapeva benissimo cosa doveva fare.
Per prima cosa strappò in cento pezzettini l’assegno datogli da Elisa. Poi si recò in banca e dal conto svizzero di Mistilla, conto segreto conosciuto unicamente dal vecchio senatore e da lui e sul quale confluivano i soldi delle operazioni più compromettenti, prelevò quasi tutto ciò che era depositato: sapeva che Mistilla non avrebbe potuto protestare avendo più volte asserito pubblicamente di non essere in possesso di alcun fondo occulto.
Poi si recò in riva al mare e gettò nelle acque marine prima la valigia con i soldi di Mistilla zavorrata da grosse e pesanti pietre, poi il costoso cellulare, unico regalo di Paola. Entrambi gli oggetti affondarono velocemente nei flutti, e Lorenzo sorrideva vedendoli sparire in quelle acque profonde.
Sorrideva ancora, il giovane, mentre, alla guida della sua auto, prendeva la strada per arrivare in campagna dal casolare di Elisa. Ci avrebbe messo poco, in fondo erano solo trenta chilometri, ma era la sua vita che cambiava perché, giunto lì, avrebbe chiesto alla ragazza se voleva averlo come compagno per la vita.
E Lorenzo, chissà come, chissà perché, aveva la netta sensazione che Elisa avrebbe risposto di sì.
giovedì 12 giugno 2008
C'est en septembre
mercoledì 11 giugno 2008
Gracias a la vida
domenica 8 giugno 2008
Spam poetico: Vaffanculo
Vaffanculo
Basta, troppo ho sofferto
E troppe lacrime
Invano ho versato
Fino ad accorgermi
In triste momento
Che il tuo cuore
Altrove albergava
Infischiandosene allegramente
Di me e del mio amore.
Basta, ho deciso
Di prendere in mano
Ciò che mi resta
Della mia vita
E degli anni futuri
Che ancor verranno
A lusingarmi l'animo
Con dolci primavere
Che sanno di miele
O inverni cupi
Dove il sole s'uccide.
Pensarti un momento
Ed invece voglio
Assaporare ogni istante
Del mio futuro
Che inizia domani.
Ti giunga la mia
Invettiva più nera
Gonfia di odio
E disprezzo profondo,
Goditi questo mio
Vaffanculo feroce
E su di te scenda
Spaventoso l'oblio.
mercoledì 4 giugno 2008
Chiccata n. 16
venerdì 30 maggio 2008
Spam poetico: Il tuo sorriso
Un bacio. Valentina
.
.
Il tuo sorriso
M’ha preso il cuore
Il tuo dolce sorriso
Come massaggio
Lieve e sottile
Che toglie dolore
Ed allevia ogni pena
Mutando il mattino
In oro colato
Che mostra il preludio
Di un tempo d’amore.
M’ha preso il cuore
Il tuo dolce sorriso
E così ho scordato
In un solo momento
Tutte le gocce
Del mio sonno antico
Depredate da te
Col tuo pianto notturno
Ormai io lo so
Che nel tuo dolce sorriso
Di nuova creatura
Che s’apre alla vita
Si racchiude il perché
Profondo e nascosto
Della mia esistenza
Finita e mortale.
E tutte le ansie
E le preoccupazioni
Che ci hanno assalito
Nel buio di una notte
Disperata e molesta
Svaniscono all’alba
Come fantasmi cattivi
Scacciati in un lampo
Dalla potente magia
Che sprigiona dal magico
Tuo dolce sorriso.
lunedì 26 maggio 2008
Spam poetico: Sabrina
Sabrina (dedicato a Sabrina Ferilli)
Gli italiani sono brilli
Al pensier della Ferilli
Quelle curve la gente sogna
E così scaccia la scalogna!
Ed anch’io son sincero
Se confesso per davvero:
Il cuor mio fa adrenalina
Quando vedo la Sabrina!
sabato 24 maggio 2008
Piccolo reportage dal Veneto di una genovese in trasferta
venerdì 23 maggio 2008
Nudi artistici


giovedì 22 maggio 2008
Chiccata n. 15
lunedì 19 maggio 2008
Spam poetico: Scenda l'oblio
Certo che no. Ed ecco a voi, mio manipolo di lettori una poesia che parla di dimenticanza ed oblio.
Ma voi, che assiduamente mi leggete, non dimenticatevi di me, nè, tantomeno scordate di leggere questo blog.
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Scenda l'oblio
Scenda l'oblio sulla nostra storia
Che tanto ha preso i nostri poveri cuori.
Si sono ammalati e per una stagione
Non han più sentito né il sole nè il mare,
Persi in un sogno che non ha lieto fine.
Scenda l'oblio e dia infine ristoro
E pace e calma e tranquillità
E nulla resti di tutto l'affanno
Che ci ha preso in questi mesi
Facendo scordare le usate abitudini
Che ci coccolavano in modo assai dolce
In certezze assai chiare e rassicuranti.
Scenda l'oblio, e poi nulla resti
Di te e dei tuoi occhi di un azzurro profondo.
L'inverno infin venga e ricopra ogni cosa
Con coltri di neve ben fredda e crudele
Che all'animo mio ferito e assai triste
Daranno la falsa impressione dolente
Di un simulacro di eternità.
venerdì 16 maggio 2008
My way by Sex Pistols
mercoledì 14 maggio 2008
Chiccata n. 14
lunedì 12 maggio 2008
Spam poetico: Il tuo corpo è nudo
Il tuo corpo è nudo ed io sento
Un bisogno accecante di averti per me.
Nascondono infatti quelle tue dolci forme
Un piccol paradiso celato nelle pieghe
Di questa vita assai breve e finita.
Ed infatti intravedo come fonte di vita
I tuoi capezzoli ben turgidi e ritti
Che impudici mostrano sfacciati davvero
Il tuo desiderio ostinato e represso.
Ed anche il respiro, assai lieve e veloce,
Mostra l’inquietudine che ormai ti ha presa
E che solo richiede in muta preghiera
Di lasciare il campo, soddisfatta e ben sazia,
Ad un’appagata tranquillità.
Ed io contemplo con occhi vogliosi
Queste tue nudità che mi rubano il cuore
Resuscitanti in modo deciso
Un desiderio lontano e scordato.
Così io mi tuffo dentro di te
Ed in quel dondolio che presto m’assale
Trovo un corto e fugace momento
Di un simulacro di eternità.
giovedì 8 maggio 2008
Chiccata n. 13
- ciao cilindro! -
- ciao cubo! - risponde il cilindro.
Allora la sfera va dal cono:
- ciao cono! -
- ciao cubo! - risponde il cono.
Allora la sfera va dalla piramide:
- ciao piramide! -
- ciao cubo -risponde la piramide.
Allora la sfera esclama stizzita:
- uffa, mi prendono tutti per il cubo!!! -
martedì 6 maggio 2008
Spam poetico: Non so
Non so per davvero
Se il mio cuore
Palpita e fibrilla
Quando io penso a te.
Non so, son sincero,
Se avverto i brividi
E mi emoziono
Nell’attesa di te.
Non so ancor nulla
E mi domando distratto
Se provo amore
Nei riguardi di te.
Non so, invero,
Se mi sono
Innamorato
Veramente di te.
So invece per certo
La tua minuta figura
Vicino a me.
Ed anche ridere
E scherzare
E parlare con te.
Forse è colpevole
La mia ignoranza
Ma quelle piccole cose
Che condividiamo
Mi fanno pensare
Ma anche tenace
Che cresce pian piano
E che, alla fine,
Porterà il mio cuore
Ad appartenere a te.
lunedì 5 maggio 2008
Il gufo saggio al T.A.N.
martedì 29 aprile 2008
Spam poetico: Questo silenzio
Il clip di Mina http://it.youtube.com/watch?v=hpVtgJyCtkk
La poesia del gufo saggio
Questo silenzio
Questo silenzio
Che mi avviluppa e mi prende
In questa notte
Che con passo felpato
S’avvicina a coprire
Ogni cosa che vive,
Non è mio nemico
E neppure mi porta
Tristezze assolute
O malinconie irrequiete
Che t’inquietano l’animo
Amaro lasciandolo
O derelitto e disperso
Nei mille frammenti
In cui si scompone
La nostra esistenza.
Questo silenzio
Mi parla di te
E mi par di vedere
Il tuo dolce sorriso
E gli amati tuoi occhi
Che mai mi han lasciato
Neppure un istante
Nel divenir della vita.
Questo silenzio
Lo amo davvero
Perché in lui ritrovo
L’essenza di me,
Essenza profonda
Che mi fa ripensare
Al mistero dell’uomo
Che tu m’hai svelato
In un istante lontano.
Mistero che si rivela
Sia pure per poco
Nelle parole
Amore e pietà.
domenica 27 aprile 2008
Spam poetico: Orfeo e Euridice
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.
Orfeo e Euridice
"Vieni diletta, delle tenebre il signore
Il mio canto l'alterigia ha vinto e sconfitto.
Riprenderai a consumare le tue mortali ore
Il corpo tuo ritornerà ben giovane e dritto.
Ma ammirare i tuoi occhi ancora non posso
Fino a quando non avremo superato quel dosso
Che segna l'estrema invalicabile frontiera
Tra il sole splendente e il mondo della sera."
"No, amato mio, con le lacrime agli occhi
Affranta ti dico che non posso venire.
Già ho sentito l'eco di mille rintocchi
E la vita mortale non potrei più soffrire.
Troppa sofferenza ho provato, troppo dolore
Dacchè son giunta nel mondo senza colore
Certo mi schiaccerebbe il ricordo di esso:
Orfeo, ti supplico, guardami adesso!”
venerdì 25 aprile 2008
25 Aprile
giovedì 24 aprile 2008
Sarchiapone
mercoledì 23 aprile 2008
Terzo appuntamento di caffè filo a Genova
martedì 22 aprile 2008
Razzismo strisciante?
lunedì 21 aprile 2008
Chiccata n. 12
sabato 19 aprile 2008
Spam poetico: Polena
L’acqua ed il vento che da quando sei nata
Schiaffeggiano te ed il tuo nudo seno,
Non sanno, o Polena, cosa han visto i tuoi occhi
Nel tuo girovagare per ogni tipo di mare.
Abissi d’infinita oscurità hai tu scandagliato
E tempeste possenti ed uragani cattivi
Che raggelano il cuore di paura assai grama.
Ma tu non hai mai tremato un istante
Ogni volta gettandoti nei gorghi più fieri
E come divinità cortese e pietosa
Hai sempre raccolto la rabbia del mare
Ad inverare quel buon sortilegio
Che vede in te una dea assai buona
Contro le grandi malignità
Delle burrasche che s’inventa Nettuno.
Né il mare né il vento, né il sole radioso
E neppure le nubi che coprono il cielo
Han preso coscienza oppure intuito
L’arcano mistero che in te si racchiude.
Mistero di donna che è anche dea,
Mistero di materia che possiede un cuore,
Mistero terreno di cosa celeste.
Mistero che si crea e che sempre è vivo
Quando ogni uomo è solo col mare,
Perchè tu racchiudi nel tuo ligneo corpo
Un piccolo seme di eternità infinita.
venerdì 18 aprile 2008
Il papa, l'aborto, la pena di morte
giovedì 17 aprile 2008
Chiccata n. 11
martedì 15 aprile 2008
Marisa Sannia
lunedì 14 aprile 2008
Elezioni 2008
venerdì 11 aprile 2008
Spam poetico - Triste rinuncia
La notte che ha coperto
Di buio e di nero le case e i palazzi
Di questa inebetita e lontana città,
Mi ha anche portato il regalo assai triste
Della rinuncia a te e ai tuoi occhi,
Della rinuncia a volerti bene,
Della rinuncia a sentirti già mia.
Ed è sensazione amare e maligna
Che ti prende il cuore rivoltandolo alfine
E strizzandolo ancora in mille brandelli
Che conoscono solo tristezza infinita
Triste rinuncia m’ha portato la notte
Che mi seguirà come ombra silente
Nell’incedere degli anni che arriveranno
A segnare quel che resta della mia vita mortale,
Triste rinuncia a volere ancor bene
E ad essere amati con l’anima e il cuore
Scacciando così sia pure per scherzo
La solitudine nera in simulacro effimero e breve
Di ingannare la morte e l’oblio che s’avanza.
Triste rinuncia che il cuore t’opprime
Impedendogli infine ogni gioia umana
E che lo porta infelice e dolente
A vagare ramingo e solo e scontento
Nei grigi sentieri della rassegnazione.
mercoledì 9 aprile 2008
Spam narrativo - Ascolta il silenzio
.
Ascolta il silenzio
Dal mio balcone posto in collina osservavo Genova che s’apprestava a passare l’ennesima notte della sua storia. Luci pian piano si accendevano ad illuminare strade e piazze che via via s’andavano spopolando. Il brusio della vita cittadina s’affievoliva in un rumore lontano.
Caterina portò da bere, un the per lei, un cognac per me ed anche un po’ di cioccolato nero fondente ad appagare ultime e mai sopite golosità. Ci sedemmo come fossimo stanchi di una stanchezza interiore, come fossimo pieni di ricordi di felicità passate , di momenti di gioco insieme vissuti nel giorno che andava lentamente a morire.
Non parla italiano, Caterina, ma russo ed inglese. Difficile è quindi conversare con lei per me che pure conosco un poco di inglese in reminiscenze ormai remote della mia gioventù.
Eppure….
Eppure il silenzio che era fra noi e che già invadeva l’insonnolita città traduceva i nostri pensieri, ben chiari rendendoli come una conversazione da tempo iniziata che continuava e che mai sarebbe finita finchè fossero durati quell’incanto e quella magia.
E’ strano, il silenzio, ed ambivalente.
Spesso significa odio ed indifferenza e cala ghiacciato come lama affilata strappando e uccidendo ogni affetto più caro.
Ma quella sera ben mi fu chiaro che l’affetto e l’amore spesso si nutrono di questo alimento e che le parole a volte sono inadeguate ad esprimere le profonde emozioni che vivono in noi.
Incominciò un discorso, la mia amica straniera, ma io subito le dissi:
- Sst, taci, ascolta il silenzio. –