Tornano Gin e Gian con una storiella un po' maliziosa.
Buon martedì.
Gin e Gian stanno chiaccherando di sesso.
-Pensa, dice Gin, io, con mia moglie, faccio sesso sei giorni alla settimana!-
-Urka, esclama Gian, e quand'è che non lo fai? -
-Eh sai, dipende da quando ho il turno di notte sul lavoro... e tu Gian, come te la cavi? -
-Io faccio sesso una sola volta alla settimana... -
-Ah sì, e quando? -
-Quando tu fai il turno di notte sul lavoro! -
martedì 27 settembre 2016
giovedì 22 settembre 2016
Il Gufo Saggio campione di vela
Con un vento
birichino che a volte faceva cucù dalle nuvole e altre volte dimenticava
il suo dovere, dal 16 al 18 settembre si sono svolti a Desenzano del Garda i
Campionati Italiani di vela della classe
Hansa 303.
L’evento, organizzato alla perfezione dal circolo Fraglia
Vela, ha avuto valenza sia sportiva che sociale poiché queste piccole ma tenaci
imbarcazioni possono essere timonate anche da persone con disabilitàanche grave, ed
infatti questa barca è tra le possibili candidate a essere paralimpica.
Ma non per questo le regate sono state meno combattute,
anzi. La prima prova, svoltasi nel pomeriggio di venerdì 16 vedeva una acerrima battaglia per la prima posizione tra i genovesi Carrea-Canto e i locali Mantovani-Vit
risoltasi a favore dei primi solo negli ultimi
metri di percorso. La seconda prova prevista veniva annullata dal
simpatico e baffuto giudice di regata pochi minuti dopo la partenza per un
nubifragio di incredibile violenza che
suggeriva di trovare subitamente un sicuro approdo.
Si ritornava in acqua il giorno dopo, di mattina, e, con
vento presente ma a volte riluttante, i genovesi della
Lega Navale di Sestri Ponente
mettevano a segno altre due
vittorie. Campionato finito,
quindi? No, perché approfittando di alcuni
errori commessi dai liguri, nella terza
prova della giornata svoltasi nel
pomeriggio con vento restio a marcare
presenza, i fragliesi Mantovani-Vit
arrivavano primi infliggendo a tutti gli altri regatanti distacchi veramente
notevoli.
La giornata di domenica, terza giornata di regate, vedeva
un vento ancor più pigro che costringeva il già citato simpatico e baffuto
giudice ad accorciare la prima prova ed annullare la seconda. In questo regime
di brezze sottili Carrea-Canto avevano la meglio sugli indomiti Mantovani-Vit.
Terzo in classifica generale l’equipaggio Stevanato-Lazzarin sempre a ridosso
dei primi.
Enrico Carrea
della Lega Navale di Sestri Ponente, neo campione italiano insieme a Sebastiano
Canto, ha dichiarato:”E’ per me un
grande onore aver partecipato e vinto questo campionato. Voglio
condividere questo momento di grande gioia con Sebastiano Canto, mio splendido
teammate, col presidente del mio circolo Antonio Bitti, con Antonio Puppo,
Gianni Basso e tutti i volontari che ci aiutano nella nostra attività. Infine
anche un pensiero a tutti i disabili del gruppo vela del mio circolo che
formano un gruppo veramente eccezionale. La mia
vittoria la dedico a tutti voi.”
“Non è stata una
passeggiata, afferma a sua volta Sebastiano Canto, abbiamo sempre sentito la
pressione dei nostri avversari. Devo però dire che la barca è divertente e che
ha una sua logica. Diciamo che è una barca di compagnia.”
Raccogliamo infine una dichiarazione di Marco Rossato,
regatante e segretario di classe:”Sia pure tra tante difficoltà, il livello
tecnico della classe sta crescendo e incominciamo ad avere una certa diffusione della Hansa 303. Faccio i miei più
sinceri complimenti ai neo campioni italiani invitandoli a tenersi pronti e
organizzare nel 2018 il campionato a Genova o quanto meno in Liguria.”
domenica 4 settembre 2016
Spam poetico: Conchglie
Con un po' di ritardo, ecco la solita poesia della domenica.
Buona giornata.
Conchiglie
Lasciò la marea della scorsa notte
Gusci pur vuoti di vite marine,
Vuote conchiglie perse dal mare,
Intuite esistenze di abissi remoti.
Come in un gioco forse crudele
Che si ripete da tempi infiniti
Si diverte il mare con le sue creature
Spesso lasciandole derise e sconfitte.
Morte pur sono, buone soltanto
Per far giocare un bimbo annoiato
O testimoniare in muta maniera
La forza del mare e la sua crudeltà.
Mi sento anch’io conchiglia svuotata
Perso da quel mare che si chiama vita
Che spazza e che butta a volte cattivo
Senza alcun pentimento e senza pietà
Eppur di giocare io stanco non sono
E scrivo parole sulla sabbia bagnata.
Effimere sono e saran cancellate
Dal vento e dall’acqua dell’alta marea.
Ma in questo gioco precario e ben breve
Io lancio una sfida al mal della vita
E vivo questo attimo di tempo mortale
Fuggendo tristezze cattive e maligne.
E con un sorriso a volte un po’ mesto
Osservo burrasche ed albe sul mare
E sento in ogni istante di vita finita
Vivere e rifulgere l’eternità.
Buona giornata.
Conchiglie
Lasciò la marea della scorsa notte
Gusci pur vuoti di vite marine,
Vuote conchiglie perse dal mare,
Intuite esistenze di abissi remoti.
Come in un gioco forse crudele
Che si ripete da tempi infiniti
Si diverte il mare con le sue creature
Spesso lasciandole derise e sconfitte.
Morte pur sono, buone soltanto
Per far giocare un bimbo annoiato
O testimoniare in muta maniera
La forza del mare e la sua crudeltà.
Mi sento anch’io conchiglia svuotata
Perso da quel mare che si chiama vita
Che spazza e che butta a volte cattivo
Senza alcun pentimento e senza pietà
Eppur di giocare io stanco non sono
E scrivo parole sulla sabbia bagnata.
Effimere sono e saran cancellate
Dal vento e dall’acqua dell’alta marea.
Ma in questo gioco precario e ben breve
Io lancio una sfida al mal della vita
E vivo questo attimo di tempo mortale
Fuggendo tristezze cattive e maligne.
E con un sorriso a volte un po’ mesto
Osservo burrasche ed albe sul mare
E sento in ogni istante di vita finita
Vivere e rifulgere l’eternità.
venerdì 2 settembre 2016
Chiccata n . 109 - Cori
Storiella kunga oggi, ma molto simpatica.
Passatevi ore serene.
Un signore entra in un bar e, rivolto al barista, dice:
-Buongiorno, vorrei parlare col gestore. E’ lei? –
-Sì, mi dica. –
-Questo pomeriggio verso le 18 verrebbe un gruppo di miei amici sordomuti. Loro si esprimono a gesti: se per esempio mostrano il pollice verso sinistro vuol dire che vogliono bere vino bianco, se invece il pollice verso è il destro, allora gradiscono vino rosso. Se poi si portano le dita alla bocca significa che vogliono mangiare. –
-Certo, ho capito tutto, va benissimo. Non si preoccupi. –
-Dovevo esserci anch’io ma mi è capitato un improvviso impegno lavorativo. Comunque qui c’è il mio cellulare. Se ci fossero dei problemi mi chiami pure. –
Quella sera alle 18 un gruppo di persone entra nel bar e, sorridendo e gesticolando in silenzio si avvicina al bancone alcuni facendo il pollice verso con la sinistra, altri con la destra, altri ancora portandosi le dita piegate alla bocca. Ovviamente il barista è preparato e serve senza problemi ciò che quei clienti sordomuti vogliono. Ciò si ripete per due o tre giri di bevute, allorquando tutti insieme si mettono in piedi nel centro della sala con la bocca atteggiata ad ’O’ ma naturalmente senza emettere un suono. Stanno così per due-tre minuti e poi, con grandi pacche sulle spalle, tornano al bancone a bere. La cosa si ripete più volte e il barista, sconcertato, decide di telefonare all’uomo del mattino
-I suoi amici sono arrivati, spiega concitato, hanno mangiato e bevuto senza problemi, ma ora non capisco cosa fanno che è come se tutti insieme pronunciassero una ‘O’ ma senza emettere un suono… -
-Non si preoccupi , risponde l’altro, stanno cantando... -
Passatevi ore serene.
Un signore entra in un bar e, rivolto al barista, dice:
-Buongiorno, vorrei parlare col gestore. E’ lei? –
-Sì, mi dica. –
-Questo pomeriggio verso le 18 verrebbe un gruppo di miei amici sordomuti. Loro si esprimono a gesti: se per esempio mostrano il pollice verso sinistro vuol dire che vogliono bere vino bianco, se invece il pollice verso è il destro, allora gradiscono vino rosso. Se poi si portano le dita alla bocca significa che vogliono mangiare. –
-Certo, ho capito tutto, va benissimo. Non si preoccupi. –
-Dovevo esserci anch’io ma mi è capitato un improvviso impegno lavorativo. Comunque qui c’è il mio cellulare. Se ci fossero dei problemi mi chiami pure. –
Quella sera alle 18 un gruppo di persone entra nel bar e, sorridendo e gesticolando in silenzio si avvicina al bancone alcuni facendo il pollice verso con la sinistra, altri con la destra, altri ancora portandosi le dita piegate alla bocca. Ovviamente il barista è preparato e serve senza problemi ciò che quei clienti sordomuti vogliono. Ciò si ripete per due o tre giri di bevute, allorquando tutti insieme si mettono in piedi nel centro della sala con la bocca atteggiata ad ’O’ ma naturalmente senza emettere un suono. Stanno così per due-tre minuti e poi, con grandi pacche sulle spalle, tornano al bancone a bere. La cosa si ripete più volte e il barista, sconcertato, decide di telefonare all’uomo del mattino
-I suoi amici sono arrivati, spiega concitato, hanno mangiato e bevuto senza problemi, ma ora non capisco cosa fanno che è come se tutti insieme pronunciassero una ‘O’ ma senza emettere un suono… -
-Non si preoccupi , risponde l’altro, stanno cantando... -
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