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domenica 2 dicembre 2012

Una riflessione su Sallusti

Pare che Alessandro Sallusti, direttore de Il Giornale, voglia a tutti i costi scontare in carcere la condanna ricevuta per diffamazione rifiutando anche gli arresti domiciliari proposti per lui dalla Procura di Milano.
Premetto che trovo profondamente ingiusto mettere in carcere, ovvero privare della libertà, chicchessia per reati di opinione anche se sconfinanti nella diffamazione: altre sono le pene più efficaci per punire questo reato senza ricorrere a detenzioni carcerarie particolarmente odiose e pesanti.
Tuttavia la storia di Sallusti mi lascia un po' sconcertato. Ma non lo sapeva che Renato Farina, l'estensore dell'articolo incriminato, era uomo quanto meno poco credibile, spia, già compromesso in altre bufale giornalistiche? Inoltre, possibile che in tutti questi anni non sia stato possibile trovare il modo di  aggiustare l'offesa senza dover  arrivare a questo epilogo?
Pertanto, massima solidarietà a Sallusti che va in carcere ingiustamente, ma, se potessi, una tirata d'orecchi gliela darei volentieri motivata da incapacità di scegliere collaboratori affidabili e da una certa propensione al martirio che a me proprio non va giù.

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