-Poesia hard oggi... hard ma anche molto ironica, almeno questo era l'intento.
Ma niente commenti che per questi ci sono i lettori. Vi lascio direttamente alla mia poesia.
Buona lettura.
Orgasmo
selvaggio ti voglio donare
Col cazzo
che vibra e come un dannato
Percorre
veloce la tua vulva calda
Fin quando
diventi rovente e fumante.
Con gran
sinfonia di cacofonici suoni
Voglio
farti arrivare oltre ogni orizzonte
Là dove
soltanto esiste davvero-
Il puro
piacere come spirito sciolto.
E mentre
più nulla tu inver capirai
Voglio
masturbarti e mai darti tregua
In questa
nottata di sesso assoluto
Che stordita
ti lascia in sessual godimento.
Voglio tormentare il tuo dolce clito
E raggiungere
infine il tuo punto G
E farti
urlare e gemere ancora
In un
parossismo di orgia profonda.
Tutto
ti prende l’orgasmo selvaggio,
In
esausto modo che pietà non prevede
E resta
soltanto una sporadica essenza
Di una
lontana e confusa realtà.
le poesie di questo tipo, mi divertono.ciao cocuma
RispondiEliminaLe quartine corrono sciolte nel loro acclamare il divampante amplesso che ogni cosa travolge intorno a sé, pare che ad assumere l’iniziativa orgasmica sia solo tu, tutto lo fa presumere e se ne ha piena conferma nella penultima ed ultima strofa, dove il clito viene tormentato senza ricevere una contropartita dalla partner. Il punto G rischia di porsi quale oggetto misterioso di tutta la composizione, spiegarlo in quel contesto non avrebbe senso, ma non ci sono dubbi che si tratti di una tua manovra, forse non corrisposta. Se si tratta di un’orgia autentica, si dovrebbe percepire in qualche modo il suono cacofonico proveniente dalla stanza dove si consuma il coito prolungato, ma quei suoni sono solo supposti e non provati, infine la sporadica essenza di una confusa realtà lascia intravedere che qualcosa di tutto quell’architettato orgasmo sia andato storto, o perlomeno non dritto come volevasi. angiolino.
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