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mercoledì 20 aprile 2011

Spam poetico: Camomilla

I miei ventiquattro lettori e mezzo saranno contenti, almeno lo spero, per questo nuovo spam poetico molto tranquillo.
Leggetelo e... sogni d'oro.


Camomilla

Donami un sonno felice e pacato
Che sappia di boschi e ruscelli fatati,
Che abbia il sapore di un prato d’estate
Quando il sole tramonta sul far della sera.

Fammi sognare di pace ed amore
E sciogli per certo i nodi e le pene
Che ancora avviluppano il mio animo afflitto
Triste lasciandolo in burrasca assai fiera.

Perché io lo so che il tuo dolce infuso
Racchiude un amore segreto e pur lieve,
Tutto si calma e tempesta si placa
In un breve sorso di serenità.

1 commento:

  1. Se è vero, come fu detto, che il sonno è il rimedio sovrano degli infelici, il chiedere un sonno felice parrebbe strano, inutile, se non si tenesse conto di un’invocazione lirica dove lo stesso termine –felice- o –felicità- non è di troppo perché acuisce le vibrazioni emotive destate da quell’utopico aggettivo o sostantivo.
    Se però tali vibrazioni emotive non consentono di darci a morfeo, allora si dovrà ripiegare in qualche bomba chimica tipo roipnol, forse neanche più prescritto né prescrivibile. Giustamente non hai accostato una presenza femminile né col prato estivo né col tramonto, in quanto è intuitivo che una simile presenza sarebbe incompatibile con un sonno felice e pacato, se non dopo aver coitato.
    A differenza di un sonno senza sogno, triste prodotto degli ipnotici suddetti, desideri sognare pace e amore: se tu avessi detto pace e bene, oltre a calamitare l’attenzione dei cappuccini avresti provocato la rima con –le pene- della riga successiva, dando un’intonazione vagamente francescana all’intera composizione e evitando così di inflazionare quella dannata parola –amore- che a noi leopardiani suona tanto indigesta.
    Come se non bastasse, la ritroviamo nell’ultima strofa quale scrigno dell’infuso facente da contenitore di esso. “Segreto e pur lieve”, ossia non rivelabile a terzi nonostante la sua carica non passionale, perché in tal caso sarebbe produttrice di insonnia o di tempeste spirituali, ma leggera, appena avvertibile quel tanto che basta per nutrire la speranza di una corroborante dormita. L’eternità per chi crede si associa al sonno eterno, quindi necessita di un correttivo atto a stemperarla e il –breve sorso- si presta magnificamente allo scopo.
    complimenti da angelo

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