Questa poesia l'ho scritta ieri notte verso l'una. Ero un po' giù di morale, un po' stanco ed un po' solo.
Ne è uscita questa 'Triste rinuncia' che ora propongo a voi, miei ventiquattro lettori e mezzo.
In effetti la poesia è intrisa di tristezza senza speranza, cosa rara per il vostro gufo saggio. Ma a volte succede di sentirsi in questo modo. Buona lettura.
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Triste rinuncia
La notte che ha coperto
Di buio e di nero le case e i palazzi
Di questa inebetita e lontana città,
Mi ha anche portato il regalo assai triste
Della rinuncia a te e ai tuoi occhi,
Della rinuncia a volerti bene,
Della rinuncia a sentirti già mia.
Ed è sensazione amare e maligna
Che ti prende il cuore rivoltandolo alfine
E strizzandolo ancora in mille brandelli
Che conoscono solo tristezza infinita
Triste rinuncia m’ha portato la notte
Che mi seguirà come ombra silente
Nell’incedere degli anni che arriveranno
A segnare quel che resta della mia vita mortale,
Triste rinuncia a volere ancor bene
E ad essere amati con l’anima e il cuore
Scacciando così sia pure per scherzo
La solitudine nera in simulacro effimero e breve
Di ingannare la morte e l’oblio che s’avanza.
Triste rinuncia che il cuore t’opprime
Impedendogli infine ogni gioia umana
E che lo porta infelice e dolente
A vagare ramingo e solo e scontento
Nei grigi sentieri della rassegnazione.
La notte che ha coperto
Di buio e di nero le case e i palazzi
Di questa inebetita e lontana città,
Mi ha anche portato il regalo assai triste
Della rinuncia a te e ai tuoi occhi,
Della rinuncia a volerti bene,
Della rinuncia a sentirti già mia.
Ed è sensazione amare e maligna
Che ti prende il cuore rivoltandolo alfine
E strizzandolo ancora in mille brandelli
Che conoscono solo tristezza infinita
Triste rinuncia m’ha portato la notte
Che mi seguirà come ombra silente
Nell’incedere degli anni che arriveranno
A segnare quel che resta della mia vita mortale,
Triste rinuncia a volere ancor bene
E ad essere amati con l’anima e il cuore
Scacciando così sia pure per scherzo
La solitudine nera in simulacro effimero e breve
Di ingannare la morte e l’oblio che s’avanza.
Triste rinuncia che il cuore t’opprime
Impedendogli infine ogni gioia umana
E che lo porta infelice e dolente
A vagare ramingo e solo e scontento
Nei grigi sentieri della rassegnazione.
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