La mia amica Jo, che voi, miei ventiquattro lettori e mezzo, già conoscete in quanto proprio lei mi ha regalato la statuina del gufo saggio che vedete su questo blog, mi ha suggerito di scrivere una poesia sulle polene.
Ci ho pensato un po', e stasera ne è venuta fuori la poesia che potete leggere qui sotto. Spero che vi piaccia, o mio manipolo d lettori che mi seguite e mi siete tanto affezionati e vi auguro buona lettura.
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Polena
L’acqua ed il vento che da quando sei nata
Schiaffeggiano te ed il tuo nudo seno,
Non sanno, o Polena, cosa han visto i tuoi occhi
Nel tuo girovagare per ogni tipo di mare.
Abissi d’infinita oscurità hai tu scandagliato
E tempeste possenti ed uragani cattivi
Che raggelano il cuore di paura assai grama.
Ma tu non hai mai tremato un istante
Ogni volta gettandoti nei gorghi più fieri
E come divinità cortese e pietosa
Hai sempre raccolto la rabbia del mare
Ad inverare quel buon sortilegio
Che vede in te una dea assai buona
Contro le grandi malignità
Delle burrasche che s’inventa Nettuno.
Né il mare né il vento, né il sole radioso
E neppure le nubi che coprono il cielo
Han preso coscienza oppure intuito
L’arcano mistero che in te si racchiude.
Mistero di donna che è anche dea,
Mistero di materia che possiede un cuore,
Mistero terreno di cosa celeste.
Mistero che si crea e che sempre è vivo
Quando ogni uomo è solo col mare,
Perchè tu racchiudi nel tuo ligneo corpo
Un piccolo seme di eternità infinita.
L’acqua ed il vento che da quando sei nata
Schiaffeggiano te ed il tuo nudo seno,
Non sanno, o Polena, cosa han visto i tuoi occhi
Nel tuo girovagare per ogni tipo di mare.
Abissi d’infinita oscurità hai tu scandagliato
E tempeste possenti ed uragani cattivi
Che raggelano il cuore di paura assai grama.
Ma tu non hai mai tremato un istante
Ogni volta gettandoti nei gorghi più fieri
E come divinità cortese e pietosa
Hai sempre raccolto la rabbia del mare
Ad inverare quel buon sortilegio
Che vede in te una dea assai buona
Contro le grandi malignità
Delle burrasche che s’inventa Nettuno.
Né il mare né il vento, né il sole radioso
E neppure le nubi che coprono il cielo
Han preso coscienza oppure intuito
L’arcano mistero che in te si racchiude.
Mistero di donna che è anche dea,
Mistero di materia che possiede un cuore,
Mistero terreno di cosa celeste.
Mistero che si crea e che sempre è vivo
Quando ogni uomo è solo col mare,
Perchè tu racchiudi nel tuo ligneo corpo
Un piccolo seme di eternità infinita.
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