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martedì 18 dicembre 2007

La polenta


a me mi piace la polenta, e l'errore di sintassi e proprio voluto. già, perchè la polenta è cibo umile per mense contadine, di quelli che a quei tempi avevano fatto sì e no la terza elementare e poi sapevano a mala pena scrivere il proprio nome. e quante pance ha riempito quest'alimento così popolare, preservando i proprietari di tali pance dalla fame più nera?

da quel che mi dicono si mangiava con poco condimento data la povertà di quelle tavole e, soprattutto in piemonte ed in veneto, era cucinata ben dura che a tagliarla ci voleva il filo. noi di genova, invece, la preferiamo un po' più molle, non abbiamo una tradizione polentifera alle spalle. e poi la condiamo per bene, con salsiccia e funghi oppure con i formaggi, gorgonzola piccante e fontina in primis.

ma la bellezza della polenta è dovuta soprattutto a quel contrasto deciso e violento fra le temperature invernali fredde e rigide ed il caldo che sprigiona la polenta appena fatta.

ti brucia la bocca e l'esofago se non stai attento e dopo pochi bocconi ecco che ti avvampa di benefico calore il viso e le orecchie che quasi senti caldo anche quando nella stanza ci sono pochi gradi. e poi devi berci del buon vino rosso con la polenta. di quello che ti scende nello stomaco come una palla di cannone e che quando arriva ti esplode dentro con tutta la sua potenza e i suoi sapori.

be', ragazzi, in questi giorni di freddo qui a genova una bella polentata è quello che ci vuole e potete anche invidiarmi: stasera ho mangiato polenta e salsicce.

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