a genova, vicino a pra, c'è un ristorante, il san pietro, dove si mangia abbastanza bene, soprattutto sono buoni i ravioli di pesce.
katerina lavorava come cameriera in questo locale.
non era italiana, katerina, ma slovacca di un paese vicino a bratislava ed era bello vedere la sua minuta e ben proporzionata figura aggirarsi fra i tavoli servendo con grazia e gentilezza clienti ed avventori di ogni genere e risma.
non so quali eventi l'avessero spinta fino in italia. della sua vita privata so solo che aveva una madre che lei andava a trovare ogni anno durante le ferie estive quando il ristorante chiudeva e che in italia la ragazza aveva trovato l'amore convivendo con un italiano.
al san pietro ci si andava quasi solo per lei; per lustrarsi gli occhi e per scambiare qualche rapida battuta fra un piatto e l'altro. qualche volta a me dava un casto e veloce bacio sulla guancia a mo' di benvenuto.
ora katerina non lavora più al san pietro. so che ha litigato col suo compagno e che, in seguito a questo litigio, è tornata in patria.
le auguro ogni bene con la speranza di poterla rivedere quanto prima. solo le montagne, dicono, non si incontrano mai e voglio pensare che ciò sia realmente vero.
ma quello che concretamente so è che provo un pizzico di nostalgia senza di lei, senza i suoi occhi grigio azzurri e senza le due chiacchere scambiate velocemente mentre ti portava le vivande e che da sole bastavano a rischiarare un'intera giornata.
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Katerina
Timida e lieve è la tua avvenenza
Che di certo non scoppia come bomba cattiva
Ma che penetra e arriva fino in fondo al mio animo
Come raggio di sole che fa sparire ogni nebbia.
Straniera tu sei, ma questo sole italiano
Ormai è tuo amico da un tempo lontano
E gioca con te, con il tuo desiderio
Di giovane donna che si apre all’amore.
Io resto incantato e da lontano ti guardo
Condire ogni cibo con il tuo dolce sorriso,
E presa da un vortice di mille domande
Timida e lieve è la tua avvenenza
Che di certo non scoppia come bomba cattiva
Ma che penetra e arriva fino in fondo al mio animo
Come raggio di sole che fa sparire ogni nebbia.
Straniera tu sei, ma questo sole italiano
Ormai è tuo amico da un tempo lontano
E gioca con te, con il tuo desiderio
Di giovane donna che si apre all’amore.
Io resto incantato e da lontano ti guardo
Condire ogni cibo con il tuo dolce sorriso,
E presa da un vortice di mille domande
Indaffarata passare da un tavolo all’altro.
O clienti e avventori, siate un poco gentili
E per una volta soltanto andate lontano
Così io potrò, sia pur per un sol pranzo,
Aver Katerina unicamente per me.
O clienti e avventori, siate un poco gentili
E per una volta soltanto andate lontano
Così io potrò, sia pur per un sol pranzo,
Aver Katerina unicamente per me.
Bello il tuo scritto su Katerina. Enrico sei davvero un poeta perchè sai cogliere anche ad un tavolo di un ristorante le emozioni della vita vera.
RispondiEliminaUn abbraccio forte
eccolo il blog del gufo saggio! complimenti, amico mio. fai le prove tecniche per il libro "spam poetico"?
RispondiEliminati abbraccio forte
Clo